Era tanto tempo che una lettura non mi coinvolgeva così tanto. Fin dalle prime pagine si intuisce che sarebbe stato il racconto di una di quelle vite da ammirare, una scalata fatta di duro lavoro e ambizione mista a innato saper fare.
Pietro Catzola, nel libro, Il cuoco dei Presidenti, edito da Solferino, racconta la sua carriera con ricordi, aneddoti e particolari che catapultano in un mondo fatto di termini tecnici e buona cucina italiana.

Partì all’età di soli sedici anni per arruolarsi in marina militare e il suo futuro sarà proprio sulle navi, in cucina, fino a che non entrerà nelle cucine del Quirinale.
Pagina dopo pagina si intravedono le qualità che lo hanno portato a fare carriera solo per suo merito, ovvero la voglia di fare meglio, la creatività.
Una vita passata in cucina, ma carica di avventure e incontri con grandi personaggi, fino a quando entrato a far parte delle cucine del Quirinale per chiamata del Presidente Cossiga, vedrà alternarsi altri quattro presidenti. In poche parole, la storia di un marinaio al Quirinale, del tutto atipica quanto straordinaria.

Ognuno di loro rappresenta un vero e proprio capitolo non solo nel libro, ma anche nella vita di Catzola. Ciascuno con le sue abitudini, la sua italianità legata alla ragione di appartenenza, contribuirà ad accrescere la professionalità del cuoco che non vuole essere chiamato chef.
Un altro aspetto molto interessante del libro è il passaggio storico che la cucina e tutta la sua organizzazione vive proprio negli anni in cui Catzola entra nelle cucine del Quirinale. Il primo orto con frutteto, la riduzione degli sprechi e menù meno elaborati, i primi tentativi di una cucina che oggi definiremmo sostenibile. E sommato al suo slancio, inclusivo già ai tempi delle navi, ne fanno un successo.
Ovviamente non sono mancati i momenti difficili e arrivare a cucinare per il presidente d’Italia è certamente stato un traguardo carico di sfide, ma sempre affrontate con lealtà e impegno, a testa bassa come solo quella generazione sapeva fare.
Innamorato della sua terra e della sua famiglia, si respira la Sardegna quasi in ogni pagina. Il suo attaccamento alla terra di origine, fatto di tradizioni e affetti, di ricette e sapori, la sua vera ancora, ma anche la sua firma, gli permetterà di distinguersi e diventare riconoscibile attraverso il menù.
Una famiglia la sua, carica di storia italiana, quella in cui la terra e la famiglia erano le fondamenta di intere generazioni, garanzia di successi come nel caso di Catzola.
Questo libro è d’esempio per tutte le nuove generazioni che si trovano ora in una società che delle origini ha perso le tracce e invece ritengo sia il vero punto di forza. La storia di Catzola è una storia a cui personalmente guardo con un po’ di malinconia, perché lui ha potuto fare scalate importanti e scoprire le innovazioni che hanno migliorato ad esempio il servizio e le produzioni in cucina, ma mi chiedo, cosa ci aspetterà tra una ventina di anni?
Consigliatissimo per imparare la disciplina, la fedeltà e il senso del dovere, tutti valori fondamentali per costruire un lavoro nobile.
E poi tante ricette classiche italiane, che sono la vera bellezza del nostro paese e professionalmente parlando, anche la nostra ricchezza. Tanti menù in pieno stile mediterraneo, che restano a mio parare, il miglior modo per mangiare bene e sano.